Cesare Tacchi, un artista pop

11.02.2024

Cesare Tacchi (1940-2014) era principalmente un creatore di immagini. Geniale, ironico, sperimentatore, tra gli esponenti di punta della pop art romana e della cosiddetta Scuola di Piazza del Popolo. Famosi i quadri-imbottiti, le tappezzerie, gli smalti su tela, gli oggetto-quadri, i mobili impossibili, fino alle performance come la celeberrima Cancellazione d'artista, presentata alla Galleria La Tartaruga nel maggio 1968, in cui da dietro un vetro trasparente cancella. la sua figura stendendo un velo di pittura.. Un artista per il quale la realtà era rappresentata soprattutto dall'immagine pubblicitaria e cinematografica. In un'intervista rilasciata nel 2007, Cesare Tacchi si definisce un artista pop, riferendosi al movimento italiano che si inaugura con le opere di Mimmo Rotella realizzate strappando i manifesti pubblicitari. Gli esordi mostrano già un grande talento con le opere su carta intelata, i cosiddetti smalti su tela. Si nota l'influenza di Burri, ma anche di Mondrian, suo maestro ideale. Tacchi era un appassionato di automobili e i primi lavori sono tutti particolari di macchine da corsa, come Super (1962). La scritta "Supero il Novecento" sotto una mano di bianco appare in una delle sue  opere. Partendo da una fotografia, attraverso l'uso del proiettore, Tacchi realizzava i quadri di smalti su carta e poi intelati. Come la famosa tela La circolare rossa, esposta nella galleria La Tartaruga nel 1963, che mostra un particolare del mitico tram della capitale TO531, in cui non è ben chiara la distinzione tra interno ed esterno. Cesare Tacchi viveva a Cinecittà dove abitavano anche gli amici artisti Mario Schifano, Sergio Lombardo, Renato Mambor, che come lui avvertivano l'esigenza di un'arte che abita lo spazio. I quadri imbottiti erano fatti con le mani, come Poltrona rossa e Poltrona gialla del 1964 che aprendo la serie delle "tapezzerie" , evidenziano uno degli aspetti più importanti della sua opera, ovvero l'artigianalità. Prima l'artista proietta l'immagine, la riporta su carta lucida e ne realizza una diapositiva. La proietta sulla tela, ne segue i contorni e poi la dipinge, la imbottisce, la fissa su una tavola di legno, la smalta, inserisce il capoc, che è una fibra naturale usata in tappezzeria. Per ultimo fissa i chiodi che danno l'effetto capitonet asservito al disegno sottostante. Troviamo Renato e poltrona, Paola e poltrona, ma anche le tele dedicate al tema dell'amore o l'omaggio a Botticelli ne La primavera allegra della collezione Marabotti di Reggio Emilia, tra i suoi lavori più impegnativi e noti. Cesare Tacchi si interessa maggiormente rappresentare ai gesti più che alle figure,  quelli semplici ad esempio che possono scaturire da una conversazione tra amici. Ecco allora opere come Quadro per una coppia felice, Amore, La mano nei capelli che testimoniano questa attitudine dell'artista nel riportare al centro dell'opera la sfera degli affetti liberata dai condizionamenti esterni. Dagli inizi fino alla fine, Cesare Tacchi ha sperimentato tecniche molteplici che vanno dalla pittura alla scultura, dagli oggetti quadro a diversi canali di arte come la didattica, il teatro, le performance. Il suo percorso non è stato lineare, ma fatto di cambiamenti, di trasformazioni, di sperimentazioni di vari linguaggi. La sua costante era piuttosto la necessità di comunicare con l'altro. Ed ecco allora le sculture in vilpelle realizzate intorno al 1967, elementi di arredo impossibili come le poltrone inutili o la Grande Cornice proveniente dalla Galleria Nazionale, che inaugura un'arte che permette una nuova fruibilità dell'opera.  Nello studio fotografico di Elisabetta Catalano realizza il lavoro fotografico Painting in cui lascia riapparire lentamente la sua figura, in un processo inverso a quello realizzato con la Cancellazione d'artista. 

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