ARTE

I Grandi Capolavori nelle Chiese di Roma: Santa Maria del Popolo

All'interno della Basilica di Santa Maria del Popolo, uno degli edifici più significativi del Rinascimento romano, sono custoditi molti capolavori tra cui opere di Caravaggio, Annibale Carracci, Raffaello, Pinturicchio Gian Lorenzo Bernini. Un vero e proprio scrigno di bellezza, tappa obbligata per chiunque si rechi a Roma ( anche se in questo momento sottoposta ad alcuni lavori di restauro). Ci troviamo a Piazza del Popolo, all'angolo di porta Flaminia. L'intero della Basilica è diviso in tre navate, con quattro cappelle per lato e termina con un ampio transetto. Le cappelle più note sono la Cappella Chigi e la Cappella Cerasi,. Nella cappella del Presepio, o Della Rovere, sulla volta si trovano gli affreschi del Pinturicchio (1508-10) con Storie di san Girolamo.

Cappella Chigi: Agostino Chigi, banchiere papale di origine senese, commissionò a Raffaello una nuova cappella per la sua famiglia, dopo che l'artista aveva già lavorato per lui nella Villa Farnesina. Il Sanzio disegnò l'architettura a pianta centrale e curò i cartoni per i mosaici della cupola. L'opera venne avviata nel 1513-1514 dal Lorenzetto e completata da Bernini solo nel 1652-1656, per l'allora cardinale Fabio Chigi, poi papa Alessandro VII. La cupola interna è decorata da cassettoni dorati, con mosaici, eseguiti su disegno dello stesso Raffaello. Al centro Dio creatore del firmamento, con intorno immagini allegoriche del Sole e dei sei pianeti conosciuti, raffigurati come divinità pagane a mezzo busto, ciascuno guidato da un angelo. Il Bernini si occupò della realizzazione di due statue: Abacuc e l'angelo e Daniele e il leone, inoltre disegnò il mosaico al centro del pavimento. Gli affreschi tra le finestre con Storie della genesi e i pennacchi con le Stagioni sono di Salviati (1550), mentre sull'altare è la bellissima Nascita della Vergine di Sebastiano del Piombo e dello stesso Salviati.

Cappella Cerasi: È uno dei luoghi cardine per la conoscenza dei capolavori degli anni iniziali del Seicento Romano. Caravaggio ed Annibale Carracci, i due più innovativi pittori nella Roma di quel periodo, proprio qui si trovarono a confronto negli anni tra il 1600 ed il 1601. La cappella ha una spazialità particolare essendo stretta e profonda. L'ambiente all'entrata ha volta a vela dipinta con gli affreschi di Giovanni Battista Ricci, con i quattro Evangelisti, lo Spirito Santo e, nelle due lunette ai lati, i Dottori della Chiesa. L'ambiente interno ha sull'altare una pala di Annibale Carracci con l'Assunzione della Vergine, sulle pareti laterali si trovano i due capolavori del Caravaggio, la Crocifissione di San Pietro e la Conversione di San Paolo. Due temi fondamentali del Cristianesimo: il Martirio e la Conversione. La luce, elemento cardine delle opere di Caravaggio, investe in pieno la scena. La sua pittura innovativa ha segnato una svolta epocale. Muta i canoni classici della pittura, e arriva diritto al cuore. 



I Grandi Capolavori nelle Chiese di Roma:  Caravaggio e il ciclo di San Matteo

Conoscete la Chiesa di San Luigi dei Francesi, che si trova nel rione Sant'Eustachio, tra il Pantheon e piazza Navona? Non solo è bellissima, ma è anche ricca di arte. Al suo interno sono conservate alcune opere di Michelangelo Merisi,. detto il Caravaggio, uno dei miei artisti prediletti. L'ultima cappella della navata sinistra, la Cappella Contarelli, custodisce infatti ben tre dipinti realizzati tra il 1599 e il 1602..

In omaggio al nome del committente, le tre tele sono dedicate a San Matteo e rappresentano: la Vocazione di san Matteo, San Matteo e l'angelo e il Martirio di San Matteo.. Qui per la prima volta Caravaggio dipinse opere destinate al pubblico e non più per committenze di case private.

L'ambiente artistico romano era dominato fino a quel momento da uno stile ancora legato al manierismo. Così il pittore lombardo con il suo stile innovativo e geniale, suscita scalpore e un po' d'invidia, anche perché nel frattempo si era guadagnato la stima di grandi protettori, come il cardinale Francesco Maria Del Monte che gli procura anche questa importante committenza.

Caravaggio è il primo pittore della realtà, nel senso che rappresenta quello che accade intorno a lui. Può essere considerato quasi come l'inventore della fotografia, perché ci lascia la testimonianza della realtà del suo tempo. Quando viene chiamato a dipingere il ciclo di san Matteo è già famoso per aver ritratto ragazzi di strada e aver superato un modo di fare pittura che dopo di lui cambierà radicalmente.

Il drammatico contrasto tra luce e ombra ha segnato molti capolavori di Caravaggio. Nella gran parte dei dipinti vediamo infatti un fascio di luce che investe i protagonisti e ne definisce le forme, creando un forte contrasto con il fondo scuro.  Per ottenere dal vero questo effetto, usava fonti di luce esterna, che arrivavano attraverso piccole finestre posizionate in alto, oppure da torce o lumi che pendevano dal soffitto. In pratica, Caravaggio dipinge la luce in modo realistico, ma la dirige dove vuole, anche su particolari o dettagli che nel suo tempo facevano scandalo per la crudezza o l'aderenza alla realtà in modo quasi teatrale. 

San Matteo era uno dei dodici apostoli ed autore del Vangelo che ne prende il nome. Egli era un esattore di tributi, anche detto pubblicano. La Vocazione di San Matteo rappresenta la chiamata di Matteo da parte di Gesù, così come è descritta dal Vangelo.

La scena della Vocazione di san Matteo si svolge all'interno di un'osteria con i muri e i vetri sporchi dove entrano due persone poste sul lato destro. Uno è il Cristo che chiama e l'altro è Pietro. Sono entrambi scalzi e vestiti con abiti antichi e umili. Per far capire che è Gesù, posto nell'ombra, Caravaggio ha inserito un'aureola. La  sua mano indica Matteo, che quasi reagisce incredulo. La luce accompagna la mano di Cristo e illumina i volti di Matteo e del ragazzino. Mentre gli altri due uomini rimangono come  distratti e incuranti. Questo dipinto cambierà tutto nella storia dell'arte, perché mai era stato fatto un racconto così realistico di una scena biblica.

Di fronte alla chiamata di Matteo, è posta la tela del Martirio di San Matteo, dipinto come un anziano sacerdote. A terra, cerca con le ultime forze di respingere l'assalitore. Un angelo, dall'alto, gli porge la palma del martirio. Il bianco supremo della sua tonaca è il fulcro della scena ed anche, in qualche modo, la sua fonte di luce.

La terza tela della cappella rappresenta San Matteo e l'Angelo. Venne affidata a Caravaggio due anni dopo, nel 1602, da Francesco Contarelli, nipote del cardinale Matteo. La prima versione di questo quadro fu addirittura rifiutata dalla congregazione: perché il santo era rappresentato come un popolano semianalfabeta a cui l'angelo guidava materialmente la mano nello scrivere il Vangelo. L'opera destò scandalo per l'atteggiamento confidenziale tra l'angelo e il Santo e, soprattutto, per la sua posizione rozza, senza aureola e con le gambe scoperte. L'opera acquistata da Vincenzo Giustiniani, passò ai Musei di Berlino e fu distrutta durante un bombardamento verso la fine della seconda guerra mondiale. La seconda versione emula i canoni dell'epoca: San Matteo, ispirato da un angelo apparso alle sue spalle, scrive di suo pugno il Vangelo.

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